I miei percorsi per bambini e adolescenti

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Descrivere il lavoro con i bambini e gli adolescenti in poche righe è davvero difficile, ma proverò a raccontarvi il mio modo di fare terapia con loro.
Innanzitutto nel lavoro con i minori è importante sapere che è fondamentale la collaborazione dei genitori. I genitori infatti sono quelli che hanno maggiore conoscenza del figlio e delle dinamiche disfunzionali.

Nella fase di valutazione iniziale della domanda in genere ascolto sia i genitori da soli, sia il bambino/ragazzo e dove necessario anche la scuola o i contesti extra-scolastici. Questo per raccogliere informazioni riguardo lo stato di salute del bambino, il suo modo di funzionare e le problematiche che emergono.
Mi servo anche di test psicodiagnostici di vario tipo per la valutazione. Al termine di questa fase, che dura in genere 4-5 incontri, propongo una restituzione ai genitori e il tipo di percorso più adatto al bambino/adolescente. Cerco di stabilire insieme un percorso concordato con degli obiettivi adeguati.

Il percorso vero e proprio è caratterizzato dall’utilizzo di strumenti dell’approccio cognitivo comportamentale e costruttivista. Nella terapia il bambino/ragazzo ha un ruolo attivo e costruttivo, pertanto è fondamentale una relazione di reciprocità, fiducia e cooperazione. Il lavoro che faccio, diverso in base all’età del minore, ha come obiettivo quello di portare a riflettere sui comportamenti, le emozioni e i ricordi legati a quel tipo di comportamento disfunzionale per cui il paziente arriva, per scoprire la funzione del sintomo e il significato che assume per ogni paziente.
Ogni percorso è a se, pertanto parlare di durata della terapia non è molto semplice. Sicuramente se si pongono degli obiettivi si cerca di raggiungere tale meta. Il fine ultimo della terapia per me è il benessere del paziente.

Durante il percorso con i minori ci sono sempre degli incontri di restituzione ai genitori. Se necessario si prevede anche un percorso di sostegno alla genitorialità. Spesso le dinamiche familiari sono quelle in cui il sintomo si manifesta e si mantiene, pertanto un lavoro in tal senso potrebbe essere necessario, se non fondamentale.

A volte anche percorsi di gruppo potrebbero essere utili per il bambino, soprattutto se le difficoltà di quest’ultimo riguardano delle compromissioni a livello relazionale. Il gruppo potrebbe essere un’esperienza trasformante e in alcuni casi è consigliata.

Al termine della terapia, quando il paziente sta bene e ha raggiunto gli obiettivi prestabiliti, prevedo degli incontri di follow-up mensili per un certo periodo, che servono a verificare che i cambiamenti permangano in modo costante e che il paziente stia davvero bene.