
I disturbi del comportamento e il ruolo della rabbia
Capita sempre più spesso di trovarsi di fronte a bambini o ragazzi che hanno comportamenti oppositivi, provocatori, esplosivi, impulsivi, privi di riflessioni empatiche e di moralità. Eppure l’empatia e le regole sociali si apprendono sin da quando siamo piccoli.
Ma la domanda principale da porsi è la seguente: se c’è un comportamento aggressivo evidente, qual è invece la scena implicita che il bambino/ragazzino ha costruito dentro di sé? Chi è costantemente in allarme e deve difendersi è costantemente arrabbiato. La rabbia serve ad attaccare e vincere. È un’emozione come un’altra che serve a sopravvivere.
Nei disturbi del comportamento la rabbia è usata come modalità per mantenere una relazione con il mondo. Come se il bambino/ il ragazzo avesse appreso, sin dalle sue prime relazioni con figure di riferimento, che per sentirsi vivo, amato, voluto o forte, può provare solo rabbia e mettere in atto i conseguenti comportamenti disfunzionali aggressivi.
In particolare la rabbia può essere usata come antidepressivo o come ansiolitico.
Se la rabbia viene usata come antidepressivo, chi la utilizza cerca di escludere difensivamente gli aspetti negativi del sé. In tal caso il senso di sé va organizzandosi su percezioni tacite di non amabilità e indegnità personale. In questo caso c’è un deficit integrativo di tipo emotivo.
Se la rabbia viene usata come ansiolitico: la paura dell’imprevedibilità viene controllata attraverso gesti impulsivi di rabbia, facendo finta di “aver tutto sotto controllo”, si ha una percezione di vulnerabilità e fragilità tacita e in questo caso c’è un deficit a livello cognitivo e non emotivo. Infatti questi soggetti entrano in profonda risonanza emotiva con l’altro cogliendo tacitamente ed utilizzando le priorità emotive critiche del genitore in termini strumentali e manipolatori allo scopo di vincolare l’altro a sé e di sottometterlo.
Con chi e come manifestano la rabbia bambini e adolescenti con disturbi del comportamento?
- Alcuni esprimono la rabbia prevalentemente in famiglia
- Altri esprimono la rabbia prevalentemente fuori dal contesto familiare
- Alcuni hanno esplosioni di rabbia più impulsive e meno controllate
- Altri utilizzano una via più cognitiva e premeditata
È importante ricordare che:
- I bambini e gli adolescenti con queste esplosioni di rabbia non esplodono per provocare
- Bisogna sempre chiedersi:
- Che emozioni secondarie alla rabbia prova il ragazzo?
- A quale bisogno suo implicito sta rispondendo?
- Cosa sta vivendo? Cosa ha vissuto?
Disciplina sensibile
Chi/cosa può aiutare questi bambini? Una figura di riferimento sufficientemente SENSIBILE E RESPONSIVA sarà in grado di promuovere un adeguato e flessibile adattamento alle regole morali e sociali attraverso processi di rispecchiamento empatico. Il porre regole morali e sociali e limiti implica inevitabilmente l’appesantimento dello stato di relazione con il bambino/ragazzo e implica di conseguenza sentimenti di frustrazione, vergogna, paura, dispiacere, tristezza. Le figure di riferimento per essere figure autorevoli devono imparare ad essere consapevoli della frustrazione del bambino, ragazzo e sintonizzarsi anche quando devono imporsi con una regola. In questo modo il bambino/ragazzo si sente sicuro e validato nella sua emozione critica e l’adulto diventa il validatore autorevole delle sue emozioni. Questo crea RIPARAZIONE nel conflitto. A volte le rotture sono inevitabili, ma la riparazione di una rottura è più efficace e insegna più al bambino/ragazzo della mancanza di conflitti! Gli adulti devono essere degli ABILI RIPARATORI E DEI PROMOTORI D’EMPATIA E MENTALIZZAZIONE, questa può essere la strada per dare la possibilità al bambino di scoprire che ha molto di più di quello che crede di avere.
Dott.ssa Laura Schiavo
